giovedì 26 marzo 2009

Benedetto XVI in Camerun

PRIMO VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE IN AFRICA




Bafoussam 23/marzo/2009


Il Cameroun paese scelto per ricevereBenedetto XVI a nome dell’intera Africa ! Udienza con Benedetto XVI il 19 marzo in occasione del suo incontro con il mondo della soffereza.
Dal 17 al 23 marzo il Santo Padre Benedetto XVI ha compiuto il suo primo Viaggio Apostolico in terra d’Africa e per grazia di Dio nel nostro caro paese il Cameroun . Poi si, il 20 ha continuato sull’Angola paese che esce appena da una guerra interna e che é chiamato a ricostruirsi nella pace e nella giustizia... Le tappe : due giornate a Yaoundé nel Cameroun.
Martedì 17 marzo arrivo all’areoporto internazionale : Cerimonia di benvenuto. Discorso del Santo Padre . Mercoledì 18 S. Messa in privato all’Annunziatura Apostolica. Ore 10 visita al Presidente della Repubblica ; ore 11 e 15 incontro coi Vescovi del Cameroun. Discorso del Santo Padre. Ore 16 e 45 Celebrazione dei Vespri con i Vescovi, i Sacerdoti, i Religiosi e Religiose , i Diaconi , i movimenti eclesiali e con i rappresentanti di altre confessioni cristiane del Cameroun nella Basilica Maria Regina degli Apostoli a Yaoundé . Discorso del Santo Padre. Giovedì 19 , incontro con la Comunità Musulmana del Cameroun . Ore 10 santa Messa in occasione della pubblicazione dell’Instrumentum Laboris della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, nello stadio di Yaoundé . Omelia del Santo Padre. Ore 16 e 30 Incontro con il mondo della sofferenza nel centro Cardinal Emile Léger di Yaoundé. Discorso del Santo Padre. 18 e 30 Incontro con i Membri del Consiglio Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi . Discorso del Santo Padre.. Venerdì 20 marzo ore 10 Cerimonia di congedo all’areoporto internazionale . Discorso del Santo Padre. Partenza per l’areoporto di Luanda ( Angola ).
La venuta del Santo Padre in Cameroun segna una data memoriale in seno alla nostra giovane Chiesa e nel cuore di tanti , di molti cristiani. L’accoglienza da parte di tuti, anche non cristiani, é stata eccezzionale. Tutti l’abbiamo accolto a braccia aperte ! Il nostro Presidente si é adossato gran parte del ricevimento in una stretta collaborazione con la Chiesa Cattolica.. che ha accompagnato questo viaggio del Santo Padre con preghiere e novena.

La visita del Papa , un vero annuncio di pace ; ci ha portato l’annuncio affidato alla Chiesa del Signore risorto! Nei tre giorni ha sostenuto sei discorsi dove si é mantenuto sui principi che si propose prima della partenza. “Venire in Africa con la conspevolezza di non avere altro da proporre e da donare a quanti incontrerà se non Cristo e la Buona Novella della sua Croce, mistero di amore supremo che vince ogni umana resistenza e rende possibile persino il perdono e l’amore per i nemici.. La grazia del Vangelo capace di trasformare il mondo ; questa é la grazia che può rinnovare anche l’Africa, perché genera una irresistibile forza di pace e di riconciliazione profonda. La Chiesa annuncia il Cristo, certa che il Vangelo può toccare il cuore di tutti e trasformarli, rinnovando dal di dentro le persone e la società”. Difatti le parole chiave, gli slogan trascritti un po’ dapertutto in Cameroun : Riconciliazioine , Giustizia e Pace per l’Africa . Il 19 marzo nell’Omelia della Santa Messa, il Papa ricorda San Giuseppe patrono della Chiesa universale ed anche suo personale . Alla celeste intercessione di questo grande Santo affida le popolazioni dell’Africa tutta intera, con le sfide che la segnano e le speranze che le animano. “In particolare penso alle vittime della fame, delle malattie, delle ingiustizie che purtroppo colpiscono adulti e bambini”. Nella stessa omelia della Messa di San Giuseppe, il Papa entra nel discorso della famiglia , parla della fedeltà dell’accompagnamento ed amore per i figli. Anche gli sposi hanno la loro astinenza da vivere all’esempio della famiglia di Nazzaret. Poi il Papa entra nel discorso della verginità di chi si Consacra a Dio sull’esempio di Gesù di Nazaret: Casto e Vergine, mi rivolgo ai Sacerdoti in particolare , uno ed unico il vostro maestro da seguire :” il Cristo”. Alle 16 e 30 , il Papa incontra il mondo della sofferenza al Centro Cardinal Emile Leger di Yaoundé che é pure la meta del mio pellegrinaggio per incontrarlo . Non trattengo la mia gioia nel poterlo abbracciare e parlargli, mi ascolta, non risponde, ma il suo sorriso é arriavato nel profondo dell’anima mia! Una figura angelica, un sorriso soave ! Di nuovo il Cristo sulla terra, tra di noi! Il Papa arriva con una scorta di Cardinali ed altro, una ventina di persone; nonché una fiumana di giornalisti italiani , dal Vaticano e Camerounesi . Davanti , faccia alla tribuna , un padiglione di andiccappati ed ammalati. Io mi ritrovo in prima fila in linea diretta col Papa a 20 metri .. Per ben due ore quasi , si succedono i vari discorsi : il Ministro degli Affari Sociali ; il Ministro della Sanità ; il Direttore del Centro Leger coi loro benvenuto. Il Papa prende poi la parola in francese ( che non pronuncia troppo bene, ma lo riprende poi in inglese)... Il piccolo che avevo tra le braccia, al momento buono si mette a piangere ; la bimba alla mia destra, una mongoloide di 5 anni , comincia pure a stancarsi , mi guarda, mi fissa e poi prende la mia mano per morderla... le faccio segni di pazienza intanto il Papa arriva , prende la testa del bimbo tra le mani , lo accarezza e mi guarda ; gli parlo in italiano , gli chiedo come sta... un viso molto stanco, sorride ed io aggiungo che vivo nel mondo della sofferenza da parecchi anni e che appartengo alla Famiglia Paolina; mi sorride di nuovo e non pronuncia nessuna parola, sorride come un bravo e buon papà anche per me. Una volta passato oltre, é il Cardinal Bertone che mi interpella e chiede se i miei anni li ho passati tutti li al Centro, gli dico che vengo da tuttaltra zona nella Diocesi di Bafoussam ; che cerco di andare incontro a bisogni prioritari come malattie e situazioni precarie; i detenuti delessati nelle prigioni; assistenza alle ragazze di strada ,inoltre che sto cercando di aprire le Cure Palliative che vedo un diritto per salvaguardare la dignità delle persone anche in fin di vita; una urgenza per il Cameroun.; un combattimento; da quattro anni vivo angoscie e combatto affinché l’africano capisca la necessità dell’accompagnamento. E che ne vedo una urgenza....; mi mette 50 Euro nel taschino della camicetta “ per i tuoi bambini” e... ci risentiremo... Verso la fine dell’udienza mi invia un giornalista della Radio Vaticana per intervista. Alle domande a brucia pelo , a dir il vero non ricordo cosa possa aver risposto o detto...; comunque non altro che ciò che lo Spirito Santo mi suggerì in quel momento. Partii a Yaoundé con tre dei miei ammalati del Centro Sanitario di Baleng. Una ragazza di 28 anni Sylvie che fin dal suo dodicesimo anno di vita, ha sempre subito operazioni, soffre di osteomielite generalizzata. A giorni dovrà operarsi pure alle due anche , gira già con le stampelle, una gamba ragommitolata offesa dalle varia operazioni alle ossa. Una bambina di 10 anni , Belinda con malformazione cardiaca congenitale. Poi il nostro caro Stephane, un bimbo di tre anni con un grosso tumore alla testa... Il piccolo non può più camminare causa la pesantezza di questa. A vederlo, un vero mostro che ispira tanta tenerezza. Ho il bimbo sulle mie ginocchia... essendo stazionata in faccia la tribuna, noi due creavamo la curiosità degli accompagnatori del Papa. Stephane ai primi dell’ottobre 2008, era un bambino normalissimo ; gli scoprirono un brutto tumore alla testa. In pochi mesi, un mostro... immaginiamo la pena ed il dolore della sua famiglia! Decisi io stessa di portarlo dal Papa... Attraverso Stephane , tutta la famiglia , ancora ieri mi diceva che con questo incontro con l’uomo di Dio, anche i loro cuori sono nella pace. E penso che di miracoli del genere, ne siano successi parecchi “ Il risveglio alla fede , la visita di Benedetto XVI ha portato frutti santi a parecchie persone ed a me personalmente” . I tanti batezzati e non troppo cristiani, senz’altro smuoveranno quel piede che ancora sta attaccato alle loro tradizioni.. come le paure del Dio che castiga ... Hanno incontrato il Cristo che libera e fa brillare la Sua luce nelle nostre esistenze... Prima di tradurvi il buon discorso del Santo Padre, debbo dirvi che la figura e l’aspetto del Papa é di una persona soave , ti fa pensare al Cielo, dà tanta fiducia e speranza; manifesta un grande Amore per tutti che incontra . E’ l’uomo buono, l’ottimo Benedetto XVI! . Ti sembra di vedere Gesù quando si avvicina alla suocera di Pietro ( Mc 1,30-31), la prende per mano e la fa alzare. Noi oggi vediamo Gesù vivere una giornata tra i malati per sollevarli. Egli ci rivela con gesti concreti, la sua tenerezza, la sua benevola attenzione verso tutti quelli cha hanno il cuore spezzato e il corpo ferito.

Il Papa ha senz’altro risvegliato la fede in tanti cristiani, ne sto vivendo gli eco della gente che ha partecipato e di chi ha seguito la TV Camerounese che fedelmente ha riportato tutto. A Bafoussam mi dicono di avermi vista col bimbo in braccio e che ho parlato per qualche minuto al Papa... tutto con un senso di predilezione per me, e... vengono a ricevere da me la benedizione del Santo Padre.... La famiglia del piccolo Stephane, manifesta di aver deciso per una riconciliazione col Signore, sia i nonni che papa e mamma, stanno già informandosi per regolarizzare il loro matrimonio in Chiesa. Dal mio arrivo da Yaoundé a tutt’oggi, il va e vieni della gente, anche che non conosco... Io che l’ho abbracciato e gli ho parlato é ciò che rimane a loro di quell’immagine così dolce e soave . Allora io continuo l’evangelizzazione del Papa riprendendo quanto egli disse nel suo discorso agli ammalati ed agli assistenti degli ammalati; il fatto di “ Simone di Cirene”. Si, perché il Papa ad un certo momento disse : “ Prego, cari fratelli e sorelle malati, perché molti “Simone di Cirene” vengano al vostro capezzale. E so che il Padre di tutte le misericordie accoglie sempre con benevolezza la preghiera di che si rivolge a Lui. Egli risponde alla nostra invocazione e alla nostra preghiera come Egli vuole e quando vuole, per il nostro bene e non secondo i nostri deideri. Sta a noi di discernere la sua risposta e accogliere i doni che Egli ci offre come una grazia..
Fissiamo il nostro sguardo sul Crocifisso, con fede e coraggio, perché da Lui provengono la Vita , il conforto, le guarigioni. Sappiamo guardare Colui che vuole il nostro bene e sa asciugare le lacrime dei nostri occhi ; sappiamo abbandonarci nelle sue braccia come un bambino nelle braccia della mamma. Riprendo testualmente il fatto di “ Simone di Cirene” spiegato all’assemblea . “Fratelli , alla presenza di sofferenze atroci, noi ci sentiamo sprovveduti e non troviamo le parole giuste. Davanti ad un fratello o una sorella immerso nel mistero della Croce, il silenzio rispettuoso e compassionevole, la nostra presenza sostenuta dalla preghiera, un gesto di tenerezza e di conforto, uno sguardo , un sorriso, possono fare più che tanti discorsi. Questa esperienza é stata vissuta da un piccolo gruppo di uomini e donne tra i quali la Vergine Maria e l’Apostolo Giovanni, che hanno seguito Gesù al culmine della sua sofferenza nella sua passione e morte sulla Croce. Tra costoro , ci ricorda il Vangelo, c’era un africano, Simone di Cirene. Egli venne incaricato di aiutare Gesù a portare la Sua Croce sul cammino verso il Golgota. Quest’uomo, anche se involontariamente, é venuto in aiuto all’Uomo dei dolori, abbandonato da tutti i suoi e consegnato ad una violenza cieca. La stoia ricorda dunque che un africano, un figlio del vostro continente ha partecipato, con la sua stessa sofferenza, alla pena infinita di Colui che ha redento tutti gli uomini compresi i suoi persecutori. Simone di Cirene non poteva sapere che egli aveva il suo salvatore davanti agli occhi. Egli é stato per aiutarlo ( Mc15,21) ; egli fu costretto forzato a farlo. E’ difficile accettare di portare la croce di un altro. E’ solo dopo la risurrezione che egli ha potuto comprendere quello che aveva fatto. Così é per ciascuno di noi, fratelli e sorelle : al cuore della disaperazione, della rivolta, il Cristo ci propone la Sua presenza amabile anche se noi fatichiamo a comprendere che egli ci é accanto. Solo la vittoria finale del Signore ci svelerà il senso definitivo delle nostre prove. Non si può forse dire che ogni Africano é in qualche modo membro della famiglia di Simone di Cirene ? Ogni Africano e ogni sofferente aiutano Cristo a portare la Sua Croce e salgono con Lui al Golgota per risuscitare un giorno con Lui. Vedendo l’infamia di cui é oggetto Gesù, contemplando il suo volto sulla Croce, e riconoscendo del suo dolore, possiamo intravedere, con la fede,, il volto luminoso del Risorto che ci dice che la sofferenza e la malattia non avranno l’ultima parola nelle nostre vite umane. Io prego, cari fratelli e sorelle, perché vi sappiate riconoscere in questo “ Simone di Cirene” Prego, cari fratelli e sorelle malati perché molti “ Simone di Cirene” vengano anche al vostro capezzale. Incoraggio i sacerdoti ed i visitatori degli ammalati a impegnarsi con la loro presenza attiva ed amichevole nella pastorale sanitaria negli ospedali o per assicurare una presenza ecclesiale a domicilio., per il conforto e il sostegno spirituale dei malati. Secondo la sua promessa, Dio vi darà il giusto salario e vi ricompenserà in cielo. Desidero esprimere il mio desiderio che ognuno di voi non si senta mai solo. Spetta in effetti ad ogni uomo, creato ad immagine del Cristo, farsi prossimo del suo vicino. Che Dio ci conceda di essere gli uni per gli altri, portatori della misericordia, della tenerezza e dell’amore del nostro Dio e che Egli vi benedica! Grazie per avermi ascoltata... trasmetto e comunico solo ciò che non posso tenere egoisticamnte per me. “Tutto é grazia” ! Magnificat... !
Maria

Chi è Maria Negretto

MARIA NEGRETTO:
UNA MISSIONARIA IMPEGNATA, PROMOTRICE DI PARECCHIE OPERE CARITATIVE NELLA DIOCESI DI BAFOUSSAM IN CAMERUN

D'origine italiana, Maria NEGRETTO è membro dell'Istituto «Maria SS.Annunziata ", uno dei dieci rami della Famiglia Paolina, fondata dal Beato Giacomo Alberione. Arrivata in Camerun nel 1969, si è installata a Dschang dove ha aperto un dispensario diventato oggi ospedale San Vincenzo de Paoli di Dschang. Maria NEGRETTO è promotrice di parecchi opere caritative; delle migliaia di bisognosi hanno beneficiato e continuano a beneficiare di cure di questa donna interamente donata per la causa dei deboli e dei poveri. Parlare di questa laica consacrata impegnata, è fare allusione alla sua fede notevole ed alle opere attraverso le quali si manifesta .
I- MARIA NEGRETTO : UNA CONSACRATA DALLA FEDE MANIFESTA Se la fede è l'abbandono assoluto a Dio, lei si lancia ad un'avventura. Maria NEGRETTO ha preso questo rischio già quando decise di lasciare il suo paese per imbarcarsi nella diocesi di Bafoussam malgrado la reticenza del suo Direttore che stimava che l'Istituto non aveva per vocazione la missione. La sua fermezza e la sua determinazione nelle decisioni di fede hanno fatto di lei un donna testarda : Quando considera fare qualche cosa per Dio, lo realizza malgrado le difficoltà ed i rischi. Maria dice fieramente che è questo Dio che ha guidato la sua scelta per la diocesi di Bafoussam ; pensava lei ad una tanto lunga ed esaltante missione ? In ogni caso, bruciava di questo ardente desiderio di annunciare Gesù Cristo suo Maestro e Pastore, secondo la spiritualità stessa della loro Congregazione. Come membro dell'Istituto Maria SS.Annunziata, MARIA NEGRETTO, sempre ha voluto plasmare la sua vita su Maria di Nazareth, la Vergine dell'Annunciazione.
Questo si legge nella sua semplicità, il suo abbandono allo Spirito Santo ed il suo zelo nel campo dell'evangelizzazione. Per beneficiare senza tregua dell'amore di Dio,ella gli riserva ogni giorno più momenti d’incontro: preghiera - adorazione . Ha realizzato così con molto entusiasmo che Dio l'ama di un amore particolare. A modo di riconoscenza, dichiara:«Alle volte ho paura : perché Dio mi ascolta molto » ; poi aggiunge subito : « Per fortuna che Lui mi ascolta altrimenti che farebbero tanti poveri che contano silenziosamente su di Lui ? ». Maria è convinta che Colui che ci permette di fare un buon discernimento è lo Spirito Santo; l'invoca prima del lavoro, gli offre il suo essere e la sua disponibilità. È questa fede che ha stimolato probabilmente sempre MARIA NEGRETTO in tutte le sue imprese. Si dedica sempre con fervore al servizio del Signore al punto anche di sacrificare il suo corpo. Per prova, oggi ella sta appena sulle sue due gambe, per avere percorso delle lunghe distanze per curare i malati. Tale è il modello di fede che ci é stato dato da vedere nella diocesi di Bafoussam ; una fede attiva di cui i frutti si moltiplicano nelle opere .
II – MARIA NEGRETTO, PROMOTRICE E FONDATRICE DI PARECCHIE OPERE SOCIO-CARITATIVE NELLA DIOCESI DI BAFOUSSAM Non si può esaurire l'elenco delle opere che MARIA NEGRETTO ha iniziato, realizzato ed accompagnato. Pretendere di enumerare anche le persone che hanno beneficiato del suo aiuto fa rilevare di un gigantismo insormontabile. In modo di prova generale, questa Testimone della fede si é impegnata fin dal suo arrivo nella diocesi di Bafoussam a favore dei poveri, dei malati e dei prigionieri. Fin dal suo arrivo nella diocesi di Bafoussam nel settembre 1969, fondò con l'appoggio di Monsignor Albert DONGMO un dispensario diventato oggi Ospedale .
A partire dal 1972, lei si é dedica alla cura della lebbra. In questo periodo inizia tredici Centri della salute e tre Dispensari nel dipartimento del Noun, particolarmente a BANKOUOP. Più tardi, è nominata responsabile del Lebbrosario di Baleng da Monsignor André WOUKING. Esercita questo incarico con molta gioia per più di dieci anni, curando i lebbrosi con delicatezza ed amore. Nel 1996, avendo constatato la difficoltà per diagnosticare le malattie ed il costo esorbitante delle analisi mediche a Bafoussam, MARIA decide di mettere in piedi il Centro di salute di Baleg-Lafé II, con un Laboratorio di analisi bene attrezzato. Questo Centro è oggi molto sollecitato dalle popolazioni di Bafoussam. Accoglie e segue i malati dell'AIDS, questa pandemia che sfida l'Africa. Nella politica sanitaria pubblica e dell'educazione, Maria ha condotto con molto successo un progetto idrico: acqua potabile nei villaggi di Bankouop e Kouoptamo, permettendo così ai paesani di beneficiare di parecchi pozzi salubri...
Maria NEGRETTO è tanto amica dei prigionieri verso cui ha una grande compassione. Per convincercene, all'epoca di una delle sue visite alla prigione centrale di Bafoussam, prende coscienza della molto cattiva condizione di vita dei prigionieri : Mancanza d ‘acqua, razione alimentare molto povera ed irregolare. Allora, decise di alimentare tutta la prigione in acqua potabile. Ben più, lei s’ impegnerà a nutrire correttamente i prigionieri due volte per settimana. I prigionieri così come le autorità amministrative se ne rallegrano. In segno di riconoscenza, il Ministro dell'Amministrazione Territoriale e la prima signora del Camerun gli conferiscono delle grandi medaglie. Maria si dedica anche al servizio degli handicappati ed all'educazione delle prostituite per un eventuale recupero. Delle Adozioni a Distanza per la scolarizzazione dei bambini. Allo sguardo delle molteplici attività che conduce e delle differenti opere caritatives delle quali é promotrice, la domanda fondamentale é quella di sapere da dove gli vengono i mezzi ?
III -I MEZZI DI MARIA NEGRETTO Noi sappiamo per cominciare che la prima forza di questa donna è la sua fede. Crede nell'amore di Dio ; crede nella provvidenza. È sicura che quando Dio chiama ad una missione, Lui dà i mezzi per compierla. La sua seconda carta vincente è la sua capacità a staccarsi. Tutto ciò che i suoi amici ed il suo Istituto gli danno, lo mette a disposizione della Chiesa ed al servizio dei bisognosi con molta gioia. Per prova, per costruire il Centro di salute di Baleng-Lafé II col suo prezioso Laboratorio analisi, ha ricevuto dai suoi amici più di 68 milioni di franchi CFA così come la sua pensione promossa grazie le consorelle del suo Istituto. Insomma, ;
MARIA NEGRETTO conta in ogni punto di vista su Dio. Sa che non può fare niente senza di Lui. Per assicurare la continuità delle sue opere, lei prende ogni volta cura di formare le coscienze dei suoi collaboratori locali ed all'autogestione delle attività. È ciò che spiega probabilmente l'autonomia integrale e la continuità dei Centri che ha fondato. Non possiamo pretendere di avere detto tutto di questa laica dedicata consacrata, interamente immersa nell'evangelizzazione attiva. Noi le auguriamo molta grazia da parte del Signore affinché, in corso di invecchiamento, fruttifichi ancora. Bafoussam Ottobre 2006 Testimonianza realizzata dall’ Abbé Serge Julien Tchinda Prete della Diocesi di Bafoussam .

PASQUA 2009

Cristo, nostra unica speranza ! “ Se Cristo non é risorto, vuota é la
vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati”( 1 Cor.15,14-17)A voi tutti carissimi amici e famigliari : Buon cammino verso la Pasqua nella gioia dello Spirito Santo !
Da sola la Croce non potrebbe spiegare la fede cristiana.Il mistero Pasquale consiste nel fatto che quel Crocifisso “ é risorto il terzo giorno secondo le scritture” ( 1 Cor.15,4)L’intero insegnamento dell’apostolo Paolo parte e arriva sempre al mistero di Colui che il Padre ha risuscitato da morte. La risurrazione é un dato fondamentale in base al quale Paolo può formulare il suo annuncio : Colui che é stato crocifisso, e che ha così manifestato l’immenso amore di Dio per l’uomo, é risorto ed é vivo in mezzo a noi.
E così san Paolo offre un modello per tutti i tempi sul come predicare od annunciare. Il predicatore non crea nuove visioni del mondo o della vita, ma é al servizio della verità trasmessa nelle scritture; al servizio del fatto reale di Cristo, della Croce, della risurrezione .Il suo compito é aiutarci a comprendere oggi, dietro le antiche parole, la realtà del “ Dio con noi”, quindi la realtà della vera vita. L’affermazione “ Cristo é risorto” é attuale anche per noi?
Perché la risurrezione é per noi oggi un tema così dominante? Paolo dà la risposta a questa domanda all’inizio della lettera ai Romani dove riferendosi al “ Vangelo di Dio ... che riguarda il Figlio suo, nato secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito in virtù della risurrezione dei morti”
( Rm 1,3-4). Paolo sa bene e lo dice molte volte che Gesù era Figlio di Dio sempre, dal momento della sua incarnazione. Gesù viene costituito Figlio di Dio “con potenza “. Gesù umiliato fino alla morte di croce può dire ora ai suoi discepoli “ Mi é stato dato ogni potere in cielo e in terra” (Mt28,18). E’ realizzato quanto dice l’Antico Testamento...” ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra”. Perciò con la risurrezione comincia l’annuncio del vangelo di Cristo a tutti i popol i- comincia il Regno di Cristo, questo nuovo Regno che non conosce altro potere che quello della verità e dell’amore. Per San Paolo la segreta identità di Gesù, più ancora che nell’incarnazione, si rivela nel mistero della risurrezione.Per la nostra vita di fede, noi siamo chiamati a partecipare fin nel profondo del nostro essere a tutta la vicenda della morte e della risurrezione di Cristo. San Paolo dice : “siamo morti con Cristo” e crediamo che “ viviamo con lui, sapendo che Cristo risorto dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui” ( Rm 6,8-9). Siamo chiamati ad una condivisione delle sofferenze di Cristo che prelude alla piena configurazione con Lui mediante la risurrezione a cui miriamo nella speanza.Si, professiamo che Gesù é il Signore e crediamo col cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti.Importante é il cuore che crede in Cristo e nalla fede, tocca che é Risorto. Tutti noi cristiani siamo chiamati a presentare, nella nostra storia , la verità della croce e della risurrezione.La nostra speranza : poter un giorno entrare anche noi con Cristo nella vera nostra patria che sta nei Cieli.Ecco il mio augurio per tutti voi : Proseguiamo nella fede con coraggio e gioia !Tanta fede e coraggio, serve pure a me in questo periodo dove le mie angosce per gli ammalati terminali continuano a perturbarmi.Angoscie per la situaione sanitaria e morale di tanti casi di fratelli camerounesi che si ritrovano già morti a qualche settimana ed alle volte a mesi, prima del vero trapasso....Rimuoverne le cause si presenta una battaglia dura e lunga... ci sono di mezzo le tradizioni , le credenze.. la cultura africana...
Dal 2004, partendo dal Centro Baleng, si sensibilizza individualmente ed in campagne di massa, la popolazione , sull’importanza e la convenienza del centro : Cure Palliative. Le orecchie di certe persone , si radrizzano per ascoltare ed accettare, ma il contesto sociale subito scoraggia e fa ritornare indietro. “ No , non possiamo portare i nostri ammalati terminali da voi, per noi portarli lì, vuol dire condurli direttamente alla morte “ Lì al Centro Cure Palliative, si muore”. Fatalismo ignoranza ? Gli stessi muoiono ugualmente , ma in quali condizioni!Il Centro Cure Palliative vorrebbe salvaguardare un minimo di dignità umana anche in fin di vita !Costatiamo che nell’anno 2008, solo 26 ospiti, tra i quali 12 casi di tumori generalizzati e 12 AIDS all’ultimo stadio ; 2 diabetici con complicazioni renali e tumore al pancreas. 26 casi sono stati condotti da noi, la maggioranza si, sono deceduti, ma medicalmente, psicologicamente , moralmente e spiritualmente accompagnati, tanto che una certa serenità ha invaso questi pazienti, qualcuno acquista pure il desiderio di partire presto perché stanco. Le famiglie riconoscono la diverssità di un fin di vita al Centro. che altrove come a domicilio del paziente , dal guarritore tradizionale o all’Ospedale pubblico apprezzano e dopo le loro funzioni di ossequie al villaggio, vengono pure a ringraziare per l’assistenza. Il Centro Cure Palliative risulta ora ben attrezzato sia in risorse umane, personale locale formato e cosciente; medicinali pronti alla ricorrenza; un Medico Diocesano che viene saltuariamente per controlli od a richista nostra per i casi che oltrepassano le competenze nostre pur sempre para - medicali.Attrezzato in materiale biancheria, disinfettanti, aspiratori pure un condensatore di ossigeno. Con gli usa e getti il lavoro nostro é molto allegerito e ciò grazie alll’ultimo container inviato da voi. Bene, speriamo che un giorno questi nostri fratelli avranno il coraggio di accettare e convincersi su questi Centri di Cura, divenuti indispensabili oggi con l’arrivo delle nuove patologie invalidanti o con tendenza alla cronicità come : le cardiovascolari ; i tumori di vario genere ; il diabete..Presento i progettini più recenti assicurandovi che gli altri continuano ed avanzano. I primi di gennaio abbiamo organizzato e realizzato una Missione Bibblica Diocesana, grande l’affluenza 240 persone hanno assistito regolarmente la formzione prima dell’invio. Tema “ Alla scoperta di San Paolo”. I partecipanti hanno molto apprezzato. Il piatto caldo giornaliero ai 300 detenuti malnutriti ed ammalati, continua regolarmente grazie ad un ultimo soccorso della Karim; dall’ntervento pure del Dottor Venturelli Fiera di Rimini ; dall’invio , per l’ennesima volta , del gesto generoso del Dottor Iorio al quale annuncio di aver chiesto anche una Santa Messa tutta per lui, che il Signore continui a dargli il coraggio e la forza nell’accettazione della Sua volontà. Auguri!Abbiamo preso in mano, vista la necessità, la costruzione e il miglioramento di due scuole per le elemntari , in due villaggi un po’ sperduti e poveri. Uno cioé Banegham Santa Maria Maddalena, l’abbiamo affidata alla Parrocchia di Dogana che già l’anno scorso ha completato e resa funzionale la bella scuola d Bandjung ( loro la chiamano la scula dell’Abbé Ferdinanad...) .L’altra a Baleveng Saint Thomas affidata al Centro Missionario di Cittadella tramite la nostra amica Silvia Soffia che già ci ha aiutato per le cure della piccola Belinda di 10 anni, nata con una malformazione cardiaca. Malaticcia fin dalla nascita, solo un anno fa , le fu fatta la diagnosi.Stiamo pure preparando e cucendo le lenzuola di detenuti minori, 38 grandi lenzuola per materasso 140X 190 a loro offerti cinque anni fa , dormivano sul legno nudo; questo turno di rinnovamento lenzuola, é il terzo. In ogn imodo in questi giorni andrò per la consegna. Immagino la festa! , ne avrete le foto nel nostro sito che anche questo sarebbe da aggiornare.Continuo la passeggiata serale dai detenuti ricoverati all’Ospedale Provinciale, i casi acuti gravi riferiti dall’infermeria delle prigioni... Il mio tempo si può dire non manca di occupazioni , per di più il campanello di casa, squilla facilmente; basta che si veda la macchina nel cortile , non mancano le visite....Carissimi, vi annuncio il mio prossimo viaggio verso di voi nel corrente mese di giugno prossimo. Desidero riabracciarvi e pure un po’ di riposo. Buona Pasqua a tutti che estenderete a chi più vi sta a cuore! Grazie.
Maria